Come annunciato nell’articolo precedente oggi illustreremo rapidamente cos’è un moodboard e quali sono i vantaggi derivati dal suo impiego. Come spesso accade non esiste un corrispettivo del termine nella lingua italiana, va da se che una traduzione letterale risulterebbe piuttosto curiosa allontanandoci dall’effettivo significato.
Un moodboard è una tavola composta da immagini, font e colori, realizzata con l’obiettivo di trasmettere un preciso messaggio emozionale o stilistico.
Nel caso sia una tavola “fisica” è possibile applicare finiture, texture visive e tattili, aromi, ampliando lo spettro di sensazioni da trasmettere. Questo tipo di operazione offre una visione d’insieme pur non entrando nello specifico del progetto.
I creativi di svariati settori utilizzano quotidianamente questo strumento, dai designer agli stilisti, dai pubblicitari agli editori, questo perché permette di rendere immediatamente tangibile un concetto astratto che stanno elaborando. Rappresenta uno step fondamentale per sottoporre la direzione progettuale ai collaboratori e valutarne le potenzialità.
L’altro vantaggio è che permette anche ai non addetti ai lavori di comprendere riferimenti e tematiche con estrema precisione. La mancanza di una preparazione specifica spesso rappresenta un problema nella comprensione degli elaborati, nel caso del moodboard no poiché si tratta di immagini.
Perché risulti efficace è necessario costruire una tavola con determinate caratteristiche, la più importante è definire con precisione a priori il messaggio che vogliamo trasmettere senza deviare lungo il tragitto. Pare scontato ma è uno dei punti chiave. Nella selezione delle immagini potremmo favorirne alcune che dal nostro punto di vista sono più piacevoli ma che potrebbero essere meno efficaci nel comunicare. L’altro aspetto fondamentale riguarda la definizione di alcuni punti chiave, è preferibile non caricare la tavola in quanto potrebbe risultare confusa per chi non ha familiarità con il progetto.
Nel confezionare la tavola è utile inserire una parte testuale cha aiuti a contestualizzare le immagini, ad esempio nella definizione dei loghi o nelle immagine coordinata più in generale l’inserimento dei valori aziendali rappresenta un forte valore aggiunto.
Altro parametro utile nella selezione delle immagini è costituito dalla tonalità di cui è composta. Come abbiamo visto nell’articolo precedente il colore è un potente veicolo comunicativo, guai a fornire informazioni contrastanti o errate.
Infine non accontentatevi delle prime immagini fornite da Google viste e riviste, rischiate di annoiare chi avete di fronte ed essere poco incisivi. La potenza di questo strumento risiede soprattutto nell’effetto “sorpresa”, che otterrete selezionando con attenzione il materiale.
Questi a grandi linee sono i puti chiave per confezionare un buon moodboard, per esperienza personale le informazioni che si possono inserire oltre a quelle già elencate (colore, valori, testo) sono certamente i possibili target, aree merceologiche (per contestualizzare il posizionamento), dettagli di artefatti (per suggerire lo stile) e riferimenti progettuali (per individuare contaminazioni tipologiche).
Nell’immagine di copertina è possibile vedere una parte del moodboard che abbiamo imbastito per sviluppare il logo del nostro studio. Senza entrare troppo nello specifico del progetto la tavola doveva necessariamente trasmettere un approccio fresco ed in qualche modo palesare il fatto di essere un team eterogeneo. Le immagini Pantone combinati alla sequenza della Fanta hanno fatto da volano nello sviluppo del logo indirizzandoci alla stilizzazione delle nostre silhouette.
Per concludere, se avete un’intuizione e non sapete come definirla e trasmetterla ai vostri collaboratori, cercate di fissarne le linee guida e imbastite il vostro moodboard: Siamo certi sarà di grande aiuto.