Innovazione di prodotto chapeau Sir Dyson

L’aumento della temperatura ha fornito il pretesto per parlare di un argomento che ci sta particolarmente a cuore: l’ innovazione di prodotto.

Quando si parla di design e di innovazione di prodotto nel 99,9% dei casi (dato privo di qualsiasi riscontro) le persone estranee alle logiche del design pensano alla mela. Non ho mai fatto mistero di avere poca simpatia per quella che definisco una setta, ma non nego quanto di buono è stato fatto in passato da Jobs e compagnia bella, leggere per credere. Grazie ad una visione ispirata ha saputo trasmettere una concezione del prodotto e l’ha sapientemente trasferita ai clienti.

Però parlando di innovazione di prodotto pura bisogna necessariamente citare l’azienda britannica che ha innescato una rivoluzione “silenziosa” e che ha nel suo DNA l’innovazione di prodotto: Dyson.

Quando si legge del fondatore James Dyson spesso si inizia con la storia che ne ha segnato gli esordi: Nel 1978. James Dyson era deluso dalle prestazioni in costante diminuzione del suo aspirapolvere. Dopo averlo smontato, scoprì che la polvere stava otturando il sacchetto e che ciò era la causa del calo di aspirazione. Poco tempo prima, egli aveva costruito una torre industriale a ciclone per la sua fabbrica, allo scopo di separare le particelle di vernice nell’aria, sfruttando le forze centrifughe. Ma lo stesso principio avrebbe funzionato anche in un aspirapolvere? James Dyson si mise al lavoro e cinque anni e 5.127 prototipi dopo, inventò il primo aspirapolvere senza sacchetto al mondo. fonte citazione

L’aspetto che personalmente apprezzo maggiormente di questa figura al di là della perseveranza è la fedeltà ai suoi principi, fattore chiave nello sviluppo di tutti i prodotti disponibili. Un catalogo non molto ricco ma estremamente solido e connotato. Solido perché ogni pezzo è una gemma destinata a rimanere immutata per lungo tempo, inoltre, ogni nuova uscita alza l’asticella ridefinendo le regole del gioco.

All’inizio dell’articolo si faceva cenno alla calura estiva, cosa non si darebbe per avere sulla scrivania o a poca distanza un bel ventilatore, nemmeno a dirlo Dyson ne ha diversi modelli. Per chi non li conosce, parafrasando un vecchio slogan si potrebbe dire il buco con il ventilatore intorno. Dimentichiamoci le rumorose e perennemente impolverate pale. Grazie alle competenze acquisite durante la sviluppo degli aspirapolveri sono riusciti a creare un oggetto magico, in grado di imbrigliare i flussi d’aria e restituire una piacevole brezza senza elementi mobili esterni.

Un oggetto ermetico in grado di catalizzare l’attenzione all’interno di una stanza. La meccanica interna inoltre è stata ottimizzata in modo da minimizzare rumori e vibrazioni moleste aumentano quell’aura di mistero che ammanta l’oggetto.

I volumi sono puri ed estremamente lineari, privi di quell’esuberanza cromatica che caratterizza la famiglia di aspirapolveri, ideali per essere posizionati in ogni tipologia di ambiente. Parlando invece di aspirapolveri, Dyson, oltre ad avere modellato una nuova tecnologia ha innovato a livello semiotico un oggetto tipicamente femminile. Accostando un modello tradizionale ad uno Dyson sfido chiunque a dire che utilizza lo stesso linguaggio. Attenzione, in questo caso non parlo di stile ma parlo di un linguaggio funzionale alla tecnologia contenuta al suo interno. La potenza del turbine diventa tangibile, manifesta attraverso le diverse parti combinate tra loro.

Personalmente li associo ad alcuni modelli di lanciarazzi presenti negli FPS (dall’inglese First Person Shooter) o comunque ad oggetti molto lontani dalla dimensione domestica ma che tuttavia non smettono di mietere successi di mercato e critica.

Inoltre il team di ricerca e sviluppo è costantemente impegnata a perfezionare le tecnologia per fare sempre meglio con meno.

Lasciando da parte il catalogo per un momento è bene ricordare una iniziativa particolarmente meritevole, un contest internazionale aperto agli studenti e neolaureati. James Dyson Award è un premio internazionale di design che ha lo scopo di celebrare, incoraggiare e ispirare le nuove generazioni di design engineer. Promosso dalla Fondazione James Dyson, un’organizzazione benefica a supporto dei giovani nel campo della progettazione ingegneristica.

Ci sarebbe ancora molto da dire ma preferiamo coltivare la curiosità e lasciare il piacere della scoperta.

Che si parli dei modelli di aspirapolveri verticali, a traino o senza filo, di asciugamani o termoventilatori l’innovazione di prodotto di Dyson non conosce barriere.