Oggi affronteremo un aspetto che tendiamo a sottovalutare e vedremo come esso contribuisce a falsare (nel bene e nel male) la percezione di un prodotto. Stiamo parlando dell’effetto alone.
È capitato a tutti di fronte ad un prodotto o ad una persona attraente di attribuire inconsciamente delle qualità che il soggetto non possedeva nella misura in cui le abbiamo percepite. Spesso si ritiene che individui di bell’aspetto siano dotati di più competenze e di una personalità migliore di individui meno attraenti. In sostanza siamo portati a giudicare positivamente o negativamente una persona se percepiamo un fattore dominante falsando il resto delle sue caratteristiche. Questo tipo di percezione è inconscia e piuttosto radicata nel nostro cervello.
Edward Thorndike nel 1915 ha scoperto che effettivamente esiste una correlazione tra i tratti positivi e quelli negativi sia nei gruppi che nel singolo.
Thorndike lo identifica come effetto alone: un singolo aspetto positivo o negativo di un individuo può gettare un alone positivo o negativo su tutti gli altri individui. I numerosi esperimenti da lui condotti nelle scuole americane contribuirono a diffondere le conoscenze della psicologia comportamentale e gli permisero di affinare l’elaborazione della teoria.
Probabilmente molti di voi ne hanno avuto percezione ma in pochi realmente conoscono le potenzialità dell’effetto alone. Vediamo ora come sfruttarlo osservando cosa ha fatto in passato una grande azienda che, forte del consenso ottenuto da un prodotto, è riuscita a trasferire caratteristiche positive all’intero catalogo.
Naturalmente stiamo parlando dell’azienda di Cupertino. Nel 2001 Apple rilascia iPod e nei successivi tre anni stravolge il settore musicale. La possibilità di acquisire brani e comporre playlist personalizzate ascoltabili liberamente quando e come vogliamo riporta la musica nelle strade come solo il Walkman di Sony era riuscita a fare in precedenza.
Il successo di iPod ha fatto crescere esponenzialmente la penetrazione sul mercato di Apple aumentato enormemente la fiducia dei consumatori nel brand. I prodotti successivi hanno infatti trovato un bacino di utenti fidelizzati e desiderosi di acquisire nuovi prodotti. Si stima che nel giorno di lancio dell’iPhone (giugno 2007) negli Stati Uniti, sono state vendute circa 525.000 unità, mentre iPad nel 2010 ha toccato le 300.000 unità.
Le campagne di marketing ed il design dei prodotti sono certamente parte integrante del successo ma la chiave di volta rimane il consenso che Apple è riuscita a costruirsi negli anni a partire dall’iPod. Altri prodotti nel passato dell’azienda hanno avuto successo ma in qualche modo sono rimasti “confinati”, cosa che non è avvenuta con iPod che ha generato a sua volta una serie di prodotti accessori come iTunes e le diverse versioni dallo Shuffle al Nano ed infine il Touch ideale anello di collegamento con iPhone.
Per rendere accessibile l’ effetto alone a realtà che hanno necessità di creare consenso attorno ai propri prodotti, abbiamo costruito delle logiche di progetto specifiche. L’obiettivo è quello di trasmettere un cambio di passo attraverso un meta progetto che racchiuda elementi tecnico-funzionali inediti. Il concept deve palesare una nuova direzione, un chiaro segno di cambiamento.
I vantaggi derivati dall’ effetto alone nel design sono molteplici: il rafforzamento e riposizionamento del brand, l’estensione dei plus di un prodotto all’intero catalogo e l’aumento di credibilità del marchio.
Chiudiamo questo intervento invitandovi a riflettere su quale prodotto rappresenta la vostra punta di diamante ed in che modo potete sfruttare al meglio l’effetto alone.