Linguaggi formali: strutture soft e hard

Nello scorso articolo abbiamo parlato di forme oggi faremo un ulteriore passo in avanti imparando a fare una distinzione tra le strutture soft e hard. Ripasso rapidissimo: i principi per determinare a quale categoria appartengono rimangono invariati ovvero le linee morbide e tondeggianti fanno riferimento al mondo soft mentre gli spigoli vivi e le linee rette al mondo hard.

Per facilitare la comprensione di questi concetti spazieremo nel mondo dell’illuminotecnica poiché esiste un numero piuttosto nutrito di esemplari che si presta allo scopo.

Quando uscì la lampada Fil de Fer di Cattelani & Smith destò un certo scalpore per il linguaggio inedito: una lampada in filo di alluminio modellato ed intrecciato che disegna una sfera nello spazio. Il groviglio flessuosamente incurvato di fili d’alluminio ci rimanda al mondo soft (morbido). Plagiata e rivisitata in tutte le maniere possibili la Fil de Fer originale è tuttora un esemplare estremamente fresco ed esclusivo.

Di contro Etch Web lamp disegnata da Tom Dixon qualche anno addietro (2012) è una lampada composta da pentagoni irregolari, la cui struttura completamente aperta permette un sofisticato gioco di ombre proiettate a parete. La sovrapposizione delle facce unita alla scelta di suddividere ulteriormente i moduli di base in figure geometriche più piccole intensifica la rigidità dell’insieme. I fogli di rame tagliati e sagomati ad hoc rendono il look della lampada estremamente hard.

Come sempre sono stati scelti casi limite per facilitare la comprensione, chiaramente esiste un’infinità di altri esemplari in cui l’attribuzione ad una categoria a discapito di un’altra è più difficoltosa. In questo caso entra in gioco la sensibilità e l’esperienza dell’osservatore. Non esistono risposte sbagliate poiché i confini si sfumano così come nel caso del bicchiere a metà ognuno ha una propria opinione.

Se vi chiedessi di mettere la lampada Wire progettata dallo Studio Trevelyan in una categoria tra soft e hard quale scegliereste?

La parte interna è flessuosa e si torce sulla lampada mentre la parte esterna è rettilinea e regolare. Possiede insomma le caratteristiche per entrare in entrambe le categorie. Come fare quindi?

L’esperienza e l’attenzione ai dettagli consentono col tempo di migliorare la percezione che abbiamo degli oggetti che ci circondano. A quel punto non ci domanderemo come incasellarli ma li percepiremo direttamente nella loro essenza.

In coda ricordiamo poi un’ulteriore possibilità ovvero l’inserimento di una forma soft all’interno di una struttura hard, come la lampada Semai edita da Vistosi progettata da Valerio Sommella e Alberto Saggia.

Credo abbiate capito come una differenziazione anche banale tra strutture soft e hard celi in realtà un gran numero di varianti e sfumature, il prossimo articolo chiuderà il cerchio alzando ulteriormente il grado di difficoltà ma, probabilmente, per allora sarete già osservatori esperti.