Linguaggi formali: materiali soft e hard

Ormai ci siamo quasi, avete compreso il ruolo della forma e della struttura, inoltre avete capito come differenziare gli oggetti in base al linguaggio dominante in entrambi i casi e nelle loro combinazioni.

Fino ad ora sono stati trattati oggetti monomaterici. Paragonare due oggetti realizzati interamente in metallo che differiscono tra loro per gli elementi formali è stato relativamente semplice. Nulla che non si possa apprendere grazie all’esercizio.

L’ultimo passaggio (introdotto in chiusura nell’articolo precedente) ha però aperto a tutta una serie di nuove possibilità date dai trabocchetti piazzati dai designer. Oltre a mescolare forma e struttura queste dispettose figure amano shakerare anche i materiali soft e hard. Mi spiego meglio, cosa accadrebbe se ad una forma morbida applicassimo un materiale notoriamente duro o viceversa? Come potremmo districarci in questa selva?

Un esempio per fugare ogni dubbio è rappresentato dalla seduta Quartz dello studio ctrlzak, una griglia in faggio accoglie una serie di soffici prismi che vanno a comporre la “poltrona”. Nel complesso risulta un elemento d’arredo estremamente rigido e sfaccettato ma il materiale di cui è composto crea un cortocircuito. Formalmente le linee sono hard ma l’effetto viene stemperato dall’imbottito che compone la seduta.

Per cui se visivamente la seduta è hard una volta che il tatto entra in relazione con essa la nostra percezione muta trasformando l’oggetto in uno soft poiché avvolgente e confortevole.
Un esempio simile ma maggiormente destabilizzante è dato dalla seduta di Maurizio Galante. La poltrona in stile Luigi XV appare sfarzosa ed accogliente ma la texture in marmo di Carrara confonde l’osservatore che fatica a inquadrare una simile scelta materica. Avvicinandoci ed osservando con maggiore attenzione ci rendiamo però conto che il materiale di cui è composta è in realtà tessuto stampato spiazzandoci ancora una volta.

Il gioco che si crea tra volumi e materiali instaura una sorta di dialogo tra artefatto ed osservatore. Questi oggetti nati per creare scompiglio sono riscontrabili soprattutto in ambiti fortemente indagati, nel furniture ad esempio data la ricchezza di proposte è più semplice ritrovarli. Esemplari di rottura dalle tipologie tradizionali sperimentano nuovi approcci.

Con questo articolo chiudiamo il primo ciclo di approfondimento sui linguaggi formali e sulla loro percezione. Tornate comunque a trovarci, ci sono ancora numerosissimi aspetti su cui vale la pena spendere alcune parole. Nel frattempo vi invitiamo ad interrogarvi sugli oggetti che vi circondano e riflettere sulle associazioni innescate dalla vostra mente.

Il prossimo ciclo di articoli sarà probabilmente legato ala psicologia dei volumi, analizzeremo in maniera specifica i diversi linguaggi formali, la loro origine ed i motivi che li hanno resi popolari.