Caro 2018 vorrei applicare un’epifania

Ci sono state disaffezioni al blog in passato ma mai di questa portata, l’ultimo articolo è datato 23 dicembre 2016… Nel frattempo ne ho scritti diversi altri ma non hanno mai visto la luce per diverse ragioni. Le correzioni e la ricerca di dati per conferire maggiore spessore agli interventi ha rallentamento il processo sino ad arrestarsi del tutto; ma c’è dell’altro.

Parallelamente stava cambiando qualcosa. Nell’anno che è trascorso dall’ultimo articolo stava cambiando la nostra concezione di esprimere il progetto e le sue applicazioni. Stavamo cambiando noi.

La natura sempre più fluida della materia unita alla maturazione di esperienze passate ci ha spinto a chiederci: stiamo davvero facendo la cosa migliore o possiamo fare di meglio?

Ritengo di avere sempre lavorato al di sopra delle richieste e con esiti felici ma c’era sempre qualcosa, una vocina nella testa che non riuscivo a mettere a fuoco. In questo anno abbiamo discusso moltissimo e siamo ritornati a studiare. Non seguendo un percorso prestabilito ma come era in uso nel rinascimento: imitando il modello dei maestri.

Nel nostro caso cercando di capire cosa fanno i grandi studi e le migliori aziende per essere sempre un passo avanti, per far risaltare la loro presenza in mercati sempre più affollati e competitivi. Analizzando atteggiamenti, procedure e come queste si traducevano in azioni. Abbiamo cercato di capire cosa accade oggi ma cosa assai più difficoltosa cosa potrebbe succedere domani.

Sappiamo da tempo che il momento d’oro dei prodotti è alle spalle, che la professione è in un momento di transizione verso qualcosa di diverso. Le risorse disponibili sono in costante calo mentre l’offerta dei prodotti è in crescita… è chiaro che non possiamo continuare su questo percorso. Il mestiere che abbiamo imparato ad amare se vuole avere un futuro deve reinventarsi come è già successo in passato.

Con queste premesse unite alle best practice delle migliori aziende a livello globale abbiamo ipotizzato un percorso. Non a caso ho usato un termine dinamico, la strada da fare è tanta e in continuo mutamento ma crediamo valga la pena seguirla.

Il viaggio è appena cominciato e non del tutto chiaro, continuiamo a discutere su quali siano le tappe migliori ma a differenza di prima ora abbiamo un obiettivo. Sembra una banalità (e forse lo è) ma la meta fa tutta la differenza del mondo e nei prossimi articoli vedremo meglio di cosa si tratta.

Oggi più che di investimenti e risorse è necessario fermarsi un momento ed acquisire una maggiore consapevolezza di noi e uno scopo. Vorrei chiudere questo articolo con una domanda provocatoria che prendo in prestito da un intervento di Oscar di Montigny: chi di voi vuole far diventare la sua la migliore azienda del mondo?

Nei prossimi articoli scopriremo perché avete sbagliato alzando la mano.